“Figlio mio, dammi il tuo cuore...” (Proverbi 23:26)
L'azione del dare il cuore scaturisce dall'ascolto. Diciamo fin da subito che è Dio a invitare i Suoi figli a donarGli il cuore interamente. Ascoltiamo il Signore e diamoGli il cuore! Quali effetti produce l'ascoltare, con tutto il cuore, la Parola di Dio? Nel caso di Lidia (Atti 16:14), ad esempio, l'opera compiuta da Dio non è solo di salvezza: in seguito alla sua conversione, infatti, la sua casa diventa un luogo di conforto e consolazione per i servi di Dio e per tutti i fratelli (Atti 16:40).
Se diamo il cuore al Signore, ci saranno aperte porte inimmaginabili.
Figlio mio. Già è palese il rapporto confidenziale, padre e figlio. Nel libro di Osea, Israele, immagine di un figlio di Dio, è attirato al padre con legami d'amore (Osea 11:1-4). Negli stessi versi, però, traspare anche il profondo dolore di Dio per la disubbidienza del figlio. Ascoltiamo il Signore e ubbidiamoGli (Proverbi 1:8). Nel libro dei Proverbi troviamo l'espressione figlio mio più di venti volte. Essa è sempre associata a raccomandazioni di vario genere, da quelle riguardanti il rischio dello sviamento (Proverbi 1:10) a quelle accompagnate dalla promessa delle benedizioni che si possono ottenere grazie all'ubbidienza (Proverbi 3:1,2). Non mancano, poi, esortazioni a non disprezzare la correzione (Proverbi 3:11). In definitiva, l'invito amorevole deriva da Dio che è amore (I Giovanni 4:16).
Dammi. 'Dare' è trasferire da una persona all'altra; il suo significato va da porgere a donare, da pagare a guardare. Nella forma riflessiva 'darsi' significa dedicarsi, consacrarsi, arrendersi. Di solito è il figlio che, anche ripetutamente, dice: «dammi». In questo caso è il padre che chiede al figlio di dare.
Dio ha dato tutto per noi, ha dato il Suo Figliuolo (Giovanni 3:16), ora vuole qualcosa da noi. DiamoGli il cuore e la gloria (Salmo 29:1,2; Romani 14:11). DiamoGli un'offerta volenterosa (Esodo 35:22; Romani 12:8). Diamo con gioia e semplicità (Romani 12:8). DiamoGli la nostra vita (Salmo 110:3). Preghiamo il Signore affinché in tutto questo ci sostenga (Salmo 51:12).
Nella Bibbia, di volta in volta, il cuore è sede dell'intelletto, della conoscenza, della volontà; il termine, inoltre, in alcuni casi assume il significato di coscienza, in altri quello di luogo di segretezza. L'uomo parla nel suo cuore (Matteo 24:48). Nel cuore dell'uomo sono presenti, tante volte, desideri ignobili (Romani 1:24). Dio prova i nostri cuori (I Tessalonicesi 2:4) e semina in essi la Sua Parola (Matteo 13:19). Nel cuore trasformato dalla grazia vi sono la forza dell'ubbidienza a Dio (Romani 6:17) e la certezza della fede (Marco 11:23).
Il desiderio di Dio per i Suoi figli è l'unità di cuore, parola e azione. «L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene; e l'uomo malvagio, dal malvagio tesoro tira fuori il male; perché dall'abbondanza del cuore parla la sua bocca» (Luca 6:45). Rallegriamo il cuore del nostro Padre celeste dandoGli completamente il nostro cuore (Proverbi 23:15; 27:11)!
“...e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie.”(Proverbi 23:26)
Il cuore ha occhi. «Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi» (Efesini 1:18). Il figlio di Dio ha occhi solo per il suo Salvatore e per tutti i beni a lui promessi. Avrà occhi, inoltre, per tutto ciò che riguarda la volontà di Dio (Proverbi 3:21).
Nel Nuovo Testamento l'occhio è l'organo sensoriale e, in generale, il membro del corpo menzionato più frequentemente. Di solito esso è lo strumento attraverso cui acquisiamo conoscenza e comprensione (Matteo 11:4; I Giovanni 3:1). Ripetutamente, nei Vangeli, Gesù dice a chi ha vicino: «vedete», «guardate». Occhi collegati a un cuore insensibile (Matteo 13:14,15) sono veicoli di tentazione (Matteo 5:29; II Pietro 2:14). Beati, però, gli occhi di chi crede (Luca 10:23). Cuori allegri e occhi illuminati (Salmo 19:8)!
'Piacere' come sensazione di appagamento, di soddisfazione, di gradevolezza. Certo è che il credente non può trovare piacere nella mondanità, anzi il prendere piacere in Dio lo fa sembrare, agli occhi di quelli del mondo, un pazzo o giù di lí (II Corinzi 12:10). Il piacere che Paolo trova nel Signore è trasformato, per grazia di Dio, in potenza. La mancanza di potenza, a volte, è dovuta al non riuscire a provare piena soddisfazione nel fare la volontà di Dio. «Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore» (Salmo 40:8 Ð Versione Riveduta). Dobbiamo prendere piacere, quindi, nell'annuncio della verità (Filippesi 1:15), nella comunione fraterna (Salmo 133:1), nell'andare ai culti (Salmo 55:14), nel mantenere la pace (I Corinzi 11:16) e, in generale, in tutto ciò che concerne la volontà di Dio.
Le vie da percorrere devono essere quelle che Dio indica. Egli vuole dirigere i Suoi figli nel giusto cammino. Quali sono queste vie se non la via della vita, la via della verità e della salvezza, la via della totale fiducia in Lui, la via della santificazione, della consacrazione, della pienezza (Salmo 77:13)? Possano i nostri occhi prendere piacere in queste vie meravigliose e avere una visione chiara e compiuta della vita vissuta in Dio. Quello che Dio chiedeva a Israele, oggi lo chiede a noi: «E ora, Israele, che cosa chiede da te il Signore, il tuo Dio, se non che tu tema il Signore, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il Signore, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti del Signore e le sue leggi che oggi ti do?» (Deuteronomio 10:12,13).
Nelle vie di Dio - può sembrare scontato - bisogna camminare (I Re 3:14). 'Camminare' significa spostarsi, compiere un tragitto. Camminare è movimento e Dio voglia che sia movimento pentecostale! Camminare - non si può negare - stanca. Dio, però, a tale riguardo rassicura con forza tutti noi, e in particolare i più giovani (Isaia 40:29-31). Le vie di Dio sono piacevoli da percorrere anche per questo motivo: Egli è sempre al nostro fianco (Salmo 148:14). È utile, mentre siamo in cammino, verificare se stiamo andando nella giusta direzione (Salmo 119:59), poiché, per quanto possiamo impegnarci, potremmo rischiare di percorrere le nostre vie e non quelle di Dio (Isaia 55:8,9). Camminiamo in modo degno di Dio (Colossesi 1:10)!
«Figlio mio, custodisci le mie parole, fa' tesoro dei miei precetti» (Proverbi 7:1). Facciamo nostro questo consiglio!
Felice Leveque